Tag: sociologia

L’abuso di evoluzionismo, il sessismo e il complottismo

Che alcuni, anche tra gli appartenenti alla comunità scientifica, considerino la scienza come uno strumento reazionario di legittimazione delle disuguaglianze sociali e di conservazione delle tradizioni a prescindere dai contesti e dall’etica, già lo si sapeva. In questo blog, l’argomento è stato ampiamente discusso in calce a un articolo intitolato Convergenze ideologiche. In Biologia come ideologia,




L’asimmetria dell’immaginazione

Post correlati: L’orgasmo della mente, Sull’egemonia culturale, Sull’estetica del conflitto, Sull’estetica del conflitto 2, Ho da poco finito di leggere La rivoluzione che viene di David Graeber, un saggio più antropologico che politico sottotitolato “come ripartire dopo la fine del capitalismo”. A mio parere, ad esser sincero, l’autore fallisce nel nobile intento; tuttavia fornisce interessanti




Convergenze ideologiche: il circolo fallace delle sociobiologie

Le coincidenze a volte sanno essere sorprendenti. Nelle ultime due settimane ho esposto su questo blog le mie perplessità su chi ha la pretesa di considerare universali, naturali, indiscutibili presunti sistemi sociali o leggi economiche quando piuttosto la loro giustificazione è ideologica. Ho cercato di dimostrare, nei dibattiti sviluppatisi in calce agli ultimi due post,




Il popolino del web [3]

Con questo post chiudo la mia trilogia dedicata all’analisi di Facebook, in cui ho trattato prima dei meccanismi che garantiscono al social network l’enorme successo, poi delle strategie di controllo messe in atto dal gigante blu a scopo di lucro e non solo. Ora, invece, vi parlo delle differenze tra Facebook e Twitter, che ho




Il popolino del web [1]

Un aspetto della mia personalità che alcuni lettori potrebbero aver già conosciuto è il periodico sottopormi ad esperimenti psicologici di mia invenzione, per avere un’idea di quale sia il mio livello di autocontrollo su determinate azioni che, spesso, diventano abitudini superflue e magari insensate e irrazionali. Per esempio, intorno al 18 novembre mi sono reso




La democrazia ha senso?

Alcuni recenti discorsi mi hanno offerto l’opportunità di riflettere su concetti che davo ormai per assodati e su un interrogativo che potrebbe sembrare banale, ovvero: la dialettica democratica ha senso? E tali riflessioni hanno partorito una risposta positiva, quindi una conferma di ciò che pensavo prima di intraprendere le sopra menzionate discussioni. Si potrebbe osservare




Le vacanze

Avevo in mente di scrivere su due argomenti, uno sulla scia dell’analisi di Marcuse sullo spostamento della produzione verso il Sud del mondo, l’altro sulle differenze tra Facebook e Twitter e le conseguenze che esse comportano. Tuttavia, capirete che l’impellenza del momento non mi permette di sorvolare un terzo argomento, che nell’immediato è di gran




Contro l’Ancien Régime

Alla fine ho dato forma al mio motto. Non so in verità se avrei preferito evitare di ingabbiarmi lasciandomi andare a presentazione di me e del blog che, si sa, spesso lasciano il tempo che trovano, perchè una persona, un carattere, una mente, una vita, un pensiero, non si possono giudicare in qualche riga e




Spargimenti di sangue

Mi chiedo se coloro che si ergono a difesa della democrazia liberale, condannando ferocemente “le ideologie” della sinistra radicale adducendo come motivo la violenza e la morte che a questa sarebbero connaturate, abbiano mai avuto cura di ragionare un poco. Pensano forse costoro, senza la minima profondità storica, che la democrazia borghese sia una costante




Sull’estetica del conflitto [parte 1]

Fin dai primi anni di elaborazione delle teorie marxiste e della conseguente presa di coscienza del conflitto sociale di classe, la struttura di quest’ultimo ha trovato sostegno pragmatico e giustificazione teorica nella pratica della minaccia. I movimenti operai  dei primi del Novecento contavano sulla possibilità reale di provvedere, se le istanze proprie della classe proletaria