Il muro climatico

Sette paesi tra i maggiori inquinatori e responsabili del cambiamento climatico sono, guarda caso, pure quelli che spendono somme immense, difficili da concepire per noi comuni mortali, per costruire muri, armare le frontiere, sorvegliare e torturare chi vorrebbe attraversarle.

Chi si trova in quest’ultima condizione, il più delle volte è spinto da necessità e urgenze che derivano proprio dalla crisi climatica.

Eppure, nonostante il segretario di Stato degli USA assicuri che la sostenibilità e la lotta al cambiamento climatico sono elemento centrale delle politiche USA, il suo paese continua a spendere più di 10 volte di più per l’apparato repressivo alle frontiere che contro la crisi climatica.

Ed è ovvio: sa benissimo che le misure messe in atto dalle politiche per questo fantomatico “elemento centrale” sono del tutto insufficienti. Sa che si tratta di una barzelletta raccontata per far stare buona una gran parte dell’informazione e delle organizzazioni politiche liberali (allo stesso tempo ridicole, perché senza più alcuna credibilità, e pericolose, perché sono mandanti dei fascisti).

Quindi ricordiamocelo la prossima volta che si parla di politiche climatiche qua in Europa. Perché vale esattamente lo stesso discorso. Ricordiamocelo quando si parla delle vittime morte alla frontiera tra la Polonia e la Bielorussia.

Le istituzioni europee con i loro cazzo di accordi fasulli sul clima e le loro cazzo di dichiarazioni fasulle sull’accoglienza e i diritti fanno solo vomitare e meritano di estinguersi nel più breve lasso di tempo possibile.