A cosa servono i migranti

Il Ministro dell’Interno Alfano interviene nel disarmante dibattito sull’accoglienza dei migranti invitando i Comuni ad applicare una circolare ministeriale che permetterebbe di far lavorare gratuitamente i migranti che vi risiedono. Insomma, una forma di schiavismo puro, in cui la garanzia dell’esistenza materiale è subordinata al lavoro, senza neanche un compenso, per quanto ideologicamente fallace, come avviene strutturalmente in ogni sistema capitalistico. Si dirà che al lavoro del tutto gratuito si era già data legittimità ufficiale e istituzionale con le assunzioni di volontari per l’Expo, ma almeno in quel caso si trattava di volontari (nella misura in cui si possa parlare di una volontà libera scevra da condizionamenti materiali, che ovviamente non esiste…). Quando poi la distinzione avviene lungo la linea della nazionalità e del colore della pelle, entrano in gioco meccanismi esplicitamente razzisti purtroppo consolidati nell’immaginario collettivo.

Ecco, dunque, che chi si erge a difensore dei confini abbassa la maschera e scopre il volto e la radice economica della propria retorica e linea politica: il controllo delle frontiere serve a produrre una massa di individui ricattabili dai padroni e dai caporali nostrani. Insomma, ancora una volta: il razzismo è funzionale allo sfruttamento.

(Incommentabili poi le dichiarazioni della destra non governativa, provenienti da Salvini e Santanché, per i quali la condanna a miseria e sofferenza e la violazione della libertà di movimento sono meno gravi dello schiavismo del lavoro gratuito.)