Puzza di razzismo

Attenzione, al Fatto Quotidiano si sono accorti che quello del bracciante è un lavoro da sfruttato, saltuario perché dipende da variazioni del clima, faticoso perché richiede sforzo fisico notevole, sottopagato perché fa guadagnare 6 euro all’ora.

L’articolo dice che per colpa della crisi economica molti italiani sono tornati a fare un lavoro che era diventato esclusivo dei migranti. Non si chiede minimamente di chi sia la colpa per questa esclusività, forse perché non c’è nessuna colpa: finché erano migranti andava bene.

E infatti, puntualmente, quella che viene proposta è una visione in cui i migranti “rubano il lavoro agli italiani”: «nelle campagne, rispetto al passato, gli spazi occupazionali si sono comunque ridotti. Soprattutto per gli italiani. Un po’ per l’introduzione della raccolta a macchina. E un po’, come accade ormai in tutti i lavori manuali, per l’arrivo in massa dei migranti che ha portato gli agricoltori ad abbassare drasticamente le retribuzioni». Non una domanda, neanche di sfuggita, sul perché l’arrivo dei migranti porti ad abbassare le retribuzioni, non una parola sul razzismo intrinsecamente connesso a questa manovra: il fatto che i migranti siano più sfruttati degli italiani sembra quasi un fatto naturale.