Cosa succede a Saint Jean du Gard

Condivido questa notizia perché mi sembra sintomatica di tendenze continentali.

Nel paesino di non più di tremila anime di Saint Jean du Gard, nel sud della Francia, sta succedendo qualcosa di rivelatore. Saint Jean du Gard è una piccola cittadina calma, mai stata interessata da particolare fermento politico; tuttavia, quest’anno un comitato di cittadini si è organizzato contro l’installazione dei contatori elettrici automatici Linky, sollevando allo stesso tempo critiche sull’operato del sindaco Michel Ruas. Tutto ciò che si sono limitati a fare è stato distribuire dei volantini al mercato settimanale (ripeto: è veramente tutto ciò che si sono limitati a fare, non è accaduto nulla che possa legittimare il seguito di questa storia). In tutta risposta, il sindaco ha reagito vietando qualsiasi volantinaggio per la durata di un anno e, cosa ancora più incredibile, le autorità locali della provincia in cui si trova il comune di Saint Jean du Gard, hanno preso provvedimenti per l’attuazione dell’ordinanza municipale, dispiegando squadre di forze dell’ordine intorno al mercato settimanale.

La mattina del 20 agosto, al mercato c’era un banchetto del comitato cittadino, com c’era stato ogni settimana nei messi precedenti, e per tutta la settimana erano circolati appelli per mobilitarsi contro l’ordinanza liberticida del sindaco Ruas. Una donna del comitato non ha fatto neanche in tempo a distribuire una fotocopia dell’ordinanza firmata da sindaco, che i gendarmi sono intervenuti per multarla. Sgomente, molte persone presenti hanno chiesto che finisse questa pagliacciata non troppo divertente, o semplicemente chiesto spiegazioni. La risposta è stata un’aggressione violenta: i gendarmi hanno sbattuto tutti contro il muro accusando perfino una persona disabile, che per camminare usava le stampelle, di brandire un’arma impropria, in modo da giustificare i propri comportamenti violenti “in nome della sicurezza”.

Ora, è chiaro da mesi a chiunque abbia seguito il movimento dei gilet gialli che la Francia stia scivolando precipitosamente in un fascismo in salsa neoliberale, con i suoi arresti preventivi, i divieti di manifestazione, le norme deliranti approvate in nome della lotta al terrorismo che colpiscono inesorabilmente il dissenso sociale, la repressione giudiziaria inaudita da un secolo a questa parte, i contestatori mutilati o uccisi dalla polizia, gli attacchi violenti e gratuiti da parte delle forze dell’ordine ormai in un delirio di onnipotenza rafforzato dall’impunità, e l’approvazione, la complicità o le spallucce degli esponenti del mondo politico.

Qui siamo a un livello molto più sottile: quando dico che quanto accade a Saint Jean du Gard è rivelatore intendo dire che è l’esemplificazione perfetta del modello di gestione del territorio adottato dalle istituzioni locali “bipartisan” in molti paesi europei. In tutto il continente fioccano ordinanze o provvedimenti locali che impongono ai cittadini come devono sedersi, come devono stendere i panni, come devono vestirsi, come devono farsi il bagno al mare, come devono scrivere un commento sui social, come devono mangiare, come devono essere senza fissa dimora, come devono comportarsi con gli stranieri, che orientamento ideologico devono avere (sì, ciascun elemento di questa lista corrisponde a una o più fatti realmente accaduti) insomma come devono vivere, e la lista può continuare a lungo.

Tutto questo conduce, e non può che condurre, alla morte della democrazia, intesa come rispetto della pluralità delle forme di vita: il piano non è più strettamente politico (e preciso “strettamente” perché in fondo tutto è politica), riguarda appunto semplicemente le forme di vita, la diversità sociale, biologica, etnica, politica, culturale, personale, diversità schiacciata da un’ideologia della normazione che si fa sempre più oppressiva, asfissiante e violenta.

A chi minimizza notando che si tratta di singoli piccoli provvedimenti isolati va ricordato che è esattamente così che si impongono le ideologie e le culture dominanti: attraverso singoli piccoli provvedimenti apparentemente isolati. E quando sarà chiaro e lampante a chiunque il significato non trascurabile di quell’apparentemente, sarà troppo tardi, perché l’ideologia sarà già definitivamente senso comune.

Intanto, per chi potesse, l’appuntamento è il 27 agosto al mercato di Saint Jean du Gard, contro la barbarie.

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(Grazie a WinterOak per aver diffuso la notizia e solidarietà al comitato di Saint Jean du Gard)