O noi o i nazisti

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«Se noi non entriamo a quel punto arrivano le Albe dorate, gente che emula Hitler. Entrano i nazisti in parlamento con il passo dell’oca»
Beppe Grillo in una dichiarazione del 15-12-12

«Sembri un delegato del Movimento Cinque Stelle»
Beppe Grillo a un candidato di Casapound Italia, movimento neofascista italiano

In calce a un articolo (qui) che esprimeva il disappunto per la mancanza definizione politica del Movimento Cinque Stelle e la conseguente ipotetica compatibilità con omofobi e fascisti, circa sei mesi fa un grillino scrisse: «non riesco a capire se si abbia veramente paura di un M5S omofobo, o si tratti di un più comprensibile principio di precauzione».
Dopo le ultime vicende, che saranno citate più avanti, risulta chiaramente che l’incapacità del mio interlocutore di comprendere il problema non solo sia il prodotto di una banale semplificazione della realtà, ma che addirittura il suo dubbio non abbia neanche senso: infatti, parlando di una qualche compatibilità tra Grillo, il M5S, l’omofobia e il fascismo, non si è ormai più nel campo delle ipotesi, bensì in quello della realtà fattuale. Ovvero: tale compatibilità è stata dichiaratamente espressa, senza ambiguità.

Occorre tuttavia astenersi dall’additare immediatamente come “fascista” Grillo e il movimento da lui fondato, giacché si commetterebbe lo stesso errore di semplificazione e valutazione affrettata diffuso in diversi ambienti politici. Si propone dunque di seguito un’analisi il più possibile ragionata, che cerchi di considerare i presupposti e il contesto culturale in cui si sviluppa il fenomeno del grillismo, nonché le implicazioni teoriche e pratiche di quei presupposti.

Il contesto è la crisi di rappresentanza e il presunto svuotamento delle categorie politiche tradizionali, due problemi a cui il M5S risponde chiaramente: al primo con l’idea di rappresentare i cittadini, categoria contrapposta al ceto politico, al secondo con l’asserzione di essere “né di destra né di sinistra” e per il superamento delle contrapposizioni ideologiche storiche.

In questa prospettiva, se prima vedevo il grillismo come un contenitore vuoto riempito da ciò che più abbonda nella società, ovvero da tendenze che lo rendevano “passivamente” di destra, ora mi ricredo, in parte, su alcuni punti, e lo riconosco come una forza “attivamente” di destra, cioè per definizione politica anziché per omissione, riguardo ad alcune questioni.

L’analisi del M5S sarà articolata in quattro parti:

«L’antifascismo non mi compete»: anti-antifascismo del M5S
«Da te non me l’aspettavo»: quando Grillo non urla
«Questa è la democrazia»: il movimento come Stato
«Questo movimento è ecumenico»: la concezione del popolo