«Tutti gli uomini hanno due occhi»
Immaginatevi una persona. Sì, una persona qualunque: non importa il sesso, l’etnia, le origini, il credo religioso o il colore degli capelli. Una persona qualunque, che sta lì davanti a voi e pronuncia distintamente la seguente affermazione: «Tutti gli uomini hanno due occhi».
Saranno tutti d’accordo, innegabilmente, sul fatto che il contenuto dell’affermazione è generalmente corretto (tolta qualche rara eccezione), nel senso di aderente alla realtà dei fatti.
Aggiungiamo ora dei dettagli alla situazione: questa persona qualunque sta correndo, e mentre corre pronuncia l’affermazione che abbiamo già avuto occasione di riportare: «Tutti gli uomini hanno due occhi». Il contenuto dell’affermazione è cambiato? No. Il suo grado di aderenza alla realtà è cambiato? No. L’affermazione si rivela, dunque, corretta a prescindere dall’azione compiuta da chi la pronuncia.
Aggiungiamo ancora qualcosa: un contesto. Questa persona sta correndo nel bosco perché è in fuga da qualcuno, e mentre corre urla «Tutti gli uomini hanno due occhi». Cambia qualcosa nel contenuto della sua affermazione? No. Il suo grado di aderenza alla realtà è cambiato? Di nuovo no. E non sarebbe cambiato nemmeno se questa persona fosse stata inseguita non da qualcun altro ma da un rinoceronte, un unicorno o da un prodotto della sua fantasia.
Abbiamo capito quindi qualcosa: che l’aderenza del contenuto di un’affermazione alla realtà si misura attraverso il confronto con la realtà, poco importa l’identità di chi afferma. Tanto che questa persona è una persona qualunque e ciascuno se la sarà immaginata in una maniera diversa, eppure tutti siamo d’accordo sul fatto che non si sta sbagliando quando afferma che «Tutti gli uomini hanno due occhi».
Bene, ora sostituite la frase «Tutti gli uomini hanno due occhi» con «La TAV è un’opera inutile» e immaginate la persona qualunque come volete, seduta, che cammina, che corre, che lancia un sasso e carica la polizia o che prende manganellate e scappa dalla polizia. Il grado di aderenza della sua affermazione alla realtà dipenderà dalla realtà, non dalla violenza praticata o ricevuta. Non è la violenza che determina se il contenuto di una frase o di un’idea è vera o falsa.
NO TAV!
Short Link:
Sì, palese
Ci sono delle eccezioni anche alla seconda affermazione: per alcuni la TAV è un’opera più che utile – è redditizia.
Guarda caso costoro sono quelli che stanno negli scranni e che controllano le pecore(lle).
Sacrosanto.
Ma.
Se io penso che la Tav sia utile (entro in questa dicotomia per semplicità, s’intende) e voglio fare in modo che la mia idea risulti ai più GIUSTA, come se fosse un postulato o una verità rivelata, parlo di violenza, partendo dal pressupposto che regge la società borghese: l’ipocrisia, la quale vuole fortissimamente vuole che violenza assuma un significato prettamente negativo. Quindi una volta che ho identificato chi è il violento, ho riconosciuto chi è nella parte del torto: i NoTAv ergo per contrapposizione sono i protav ad avere ragione.
@jackkapla91
Sarà palese per te e per me, non per chi sostiene incessantemente che «la violenza mette dalla parte del torto». Nel momento in cui si è violenti, si possono contestare i metodi: quelli sì, possono essere giusti o sbagliati (a seconda dei punti di vista). Ma i contenuti rimangono gli stessi, e inquanto tali devono essere valutati. Se io dico che gli uomini hanno due occhi ciascuno, ho ragione e dico la verità anche se mentre lo dico sto sfasciando qualcosa: è questo che i giornali fanno finta di non capire.
@Davide
Ero sicuro che qualche puntiglioso (=filosofo) avrebbe fatto notare questa cosa!
@Fatjona
È esattamente il tipo di ragionamento che sto contestando, perché non regge dal punto di vista logico (vedi risposta a jackkapla91). E poi, se la violenza «mette i NoTav dalla parte del torto»,perché non mette dalla parte del torto anche lo Stato, che la usa sistematicamente quando l’unico contatto che ha con i cittadini è costituito da lacrimogeni e manganelli?
La prima frase si basa su un’osservazione concreta. Chi avrebbe interesse a contraddire il tale che afferma “tutti gli uomini hanno due occhi”, dicendo “non tutti gli uomini hanno due occhi?” Nessuno, probabilmente perché non ne trarrebbe alcun vantaggio.
La seconda frase si basa su un’opinione, che può essere giusta per alcuni e sbagliata per altri, motivo per cui questa è contestabile. Evidentemente, in questo caso, il “contestatore del contestatore”, ovvero il potente, ha un tornaconto.
@valerocks
«La seconda frase si basa su un’opinione, che può essere giusta per alcuni e sbagliata per altri, motivo per cui questa è contestabile».
Certo, ma appunto è contestabile nel merito: cosa fa chi ne condivide il contenuto non incide su questo. Chi dice che «gli uomini hanno due occhi» ha ragione, anche se fosse lui stesso l’eccezione e ne avesse uno solo oppure tre.
GENIALE!