Cari studenti del liceo Fermi di Ragusa…

Cari studenti del liceo scientifico E. Fermi di Ragusa,

vorrei fare sapere a tutti voi, se non ve ne rendete già conto (ma a questo punto mi sembra di no, visto che non vi ribellate) che vi stanno mettendo i piedi in testa in tuti i modi; e non mi riferisco alla scontata “riforma Gelmini”, che taglia i fondi alla scuola e quelli che restano li impiega male, promettendo, tanto per dirne una, laboratori e computer in tutte le scuole italiane quando non esistono nemmeno locali adatti e, per dirne un’altra, i locali che esistono già sono il più delel volte fatiscenti, vecchi e fuori norma (ovvero studiate ogni giorno in luoghi illegali).

Mi riferisco piuttosto al modo in cui vi stanno trattando coloro che dovrebbero essere dalla vostra parte e invece fanno di tutto per mettervi i pali tra le ruote nella vostra battaglia di civiltà e di costruzione della coscienza civica, che è uno scopo non meno formativo e importante della didattica ordinaria e giornaliera he si svolge tutte le mattine.

Infatti apprendo che avete stilato un programma per un’autogestione che non è stato minimamente preso in esame dalla preside del vostro istituto, che anzi vi ha urlato contro che “l’autogestione è una cosa illegale”, che è “interruzione di pubblico servizio”. Ebbene, vi chiarisco un po’ le idee: l’autogestione non è illegale e non è interruzione di pubblico servizio, perchè consiste nella collaborazione tra docenti e studenti a scopo formativo, ovvero rientra esattamente negli obiettivi dell’istituzione scolastica.

Potreste rispondermi che tra questi obiettivi non rientra la protesta. Può darsi (anche se io non so o d’accordo, ma è un’altra questione), ma allora non lasciatevi prendere in giro da quei docenti che farfugliano di essere contro la riforma Gelmini e poi non osano protestare nascondendosi dietro la scusa “in qualità di preside/videpreside/docente di questo istituto non posso schierarmi”, perchè la riforma colpisce anche loro: decine di migliaia di assunzioni in meno entro qualche anno vuol dire decine di migliaia di docenti in meno entro qualche anno. E infatti in quegli istituti italiani dove i docenti sono davvero e non solo a parole (cioè per finta) contro la riforma, essi stanno occupando le scuole insieme con gli studenti e i loro genitori, stanno inviando comunicati con gli studenti, si stanno imbavagliando e incatenando per protesta, mettendoci la loro faccia, e non dicendo di essere contrari ma poi mandando gli studenti in prima linea o, peggio, comportandosi come sta succedendo a voi, cioè impedendovi di svolgere attività scolastiche con il pretesto di una presunta illegalità.

Se poi, vi si concede finalmente di fare qualcosa, anche se poco, vi viene imposta la condizione che non si parli di “autogestione” ma al limite di “giornata autogestita”, svilendo completamente il senso estroverso di una protesta, che deve essere rivolta all’esterno, trasformandolo in una giornata autoreferenziale in cui solo voi dovete sapere che è una protesta, e non i referenti della protesta, cioè coloro contro cui protestate. Tutto ciò è assolutamente ridicolo.

Non intendo entrare nei dettagli né obiettare alle singole motivazioni o scuse addotte da chi vi ha proibito di protestare unendovi agli studenti di tutto il paese, anche se potrei farlo; vi dico solo questo: l’Italia studentesca e non solo è in rivolta, oltre duecento istituti superiori sono occupati e più del doppio sono in autogestione ormai da giorni o settimane; le università sono totalmente occupate o bloccate; tanti lavoratori e ricercatori sono sui tetti, sulle gru, nei consigli comunali, e tutte queste componenti si sono trovate più volte nell’ultimo mese a invadere le piazze e i centri cittadini, a bloccare fisicamente le stazioni ferroviarie su tutto il territorio nazionale, gli aeroporti, le autostrade, a radunarsi e confrontarsi in grandi assemblee che propongono una visione diversa di gestire le risorse pubbliche. La protesta è riuscita ad estendersi in tutta la penisola, e in tante città gli studenti medi ed universitari hanno trovato ostacoli e difficoltà: per esempio, come voi tanti altri studenti liceali hanno subito minacce e opposizione da parte di presidi con la testa un po’ troppo montata, convinti di difendere un orto, un pezzo di terreno, quando nel frattempo si sta svendendo il valore stesso del feudo, della terra, della nazione. A questi falsi difensori degli interessi degli studenti, le scuole hanno risposto con azioni di forza: una forza che viene dalla coscienza, dalla consapevolezza e dall’informazione, dalla convinzione di essere nel giusto, dalla certezza che opporsi a una legge e un governo che delegittimano e offendono la cultura, la ricerca e la formazione è un obbligo civico, un imperativo categorico morale.

Voi cosa state aspettando? Da che parte state?