Né emergenza né complotto

Come spesso accade in situazioni simili, si delineano due tendenze dominanti nell’interpretazione del tragico disastro legato ai fenomeni alluvionali in Sardegna.

La prima visione, più diffusa e abbracciata istintivamente dalle istituzioni, colloca alluvione, danni e vittime nella cornice interpretativa della “emergenza”, dovuta al verificarsi di fenomeni naturali in maniera magari non inaspettata, ma comunque del tutto inevitabile.

La seconda visione, relativamente diffusa in rete e sposata da una grande quantità di persone che amano definirsi indipendenti, libere, pensanti, colloca l’evento nella cornice del “complotto”, secondo cui il disastro naturale è artificiale ed è stato provocato volontariamente e con precisione chirurgica tramite il cambiamento climatico controllato e altre diavolerie dei potenti del pianeta.

Entrambe queste interpretazioni si possono e devono decostruire.

Per rispondere a chi predilige la tesi “emergenza”, occorrerebbe ricordare un rapporto dell’Ordine dei Geologi di recente pubblicazione (neanche due mesi fa) che metteva in luce l’elevato rischio idrogeologico dell’81% dei comuni sardi e che auspicava che «interventi di prevenzione e monitoraggio sul territorio prevalgano su quelli d’emergenza», chiedendosi, forse neanche troppo retoricamente, perché questo attualmente non avvenga. Evidentemente, quello che sta succedendo in Sardegna era tutt’altro che «inevitabile»: ci sono dei responsabili.

Inutile però dire che questi responsabili non sono poteri occulti, alieni, cyborg o scienziati pazzi e senza scrupoli. Ecco dunque cadere anche la tesi “complotto”. Che il cambiamento climatico esista e che rivesta un ruolo in tutto questo, nonostante si tratti di una teoria non ancora condivisa dalla comunità scientifica internazionale, è possibile. Ma che l’urbanizzazione selvaggia e il cemento abbiano costituito e costituiscano ancora oggi un serio problema, questo è certo. In Italia per oltre 50 anni si sono consumati in media 7 metri quadrati al secondo di suolo.

Né “emergenza” né “complotto”, dunque. Non è emergenza inaspettata perché era solo questione di tempo. Non è complotto perché i rapporti di forza che rendono possibile un tale sistema sono visibili, sotto gli occhi di tutti.

E chi non capisce cosa si intende, legga questa riflessione: la scrisse Amadeo Bordiga giusto 60 anni fa.