Nottetempo
Chi non ha passeggiato di notte in un centro commerciale non può capire quanto siano veramente vuoti questi cuori del capitalismo. Le porte automatiche si aprono nonostante l’ora troppo tarda (o troppo mattiniera) e si può camminare per i corridoi osservando da dentro questi templi della merce assoggettante. Nottetempo, divengono dimora delle creature che escludono: senzatetto, nullatenenti, viandanti. Li cullano con musica jazz dagli altoparlanti. Al ritmo lento della musica da cui mi lascio accompagnare, esploro le saracinesche abbassate o le vetrine illuminate, a volte piene a volte vuote, ai miei occhi comunque vuote, di giorno popolate da forme di vita peculiari della società dei consumi nell’ormai decadente modello neoliberista. Ciò che è cuore pulsante lo si può ora vedere come ciò che semplicemente è, senza feticismo né mistificazione: un edificio, triste, troppo grande, troppo poco vissuto, un non-luogo.
Esco dal centro commerciale. Percorro il marciapiede pulito dagli spazzini stipendiati dalla ditta amica di chi possiede il centro commerciale. Costeggio la strada asfaltata da un’azienda senza dubbio amica di chi possiede il centro commerciale, superando le aiuole curate da un’altra azienda anch’essa amica di chi possiede il centro commerciale e delimitate da reti che il comune ha acquistato dagli amici di chi possiede il centro commerciale. Seguo i binari del tram, progettati e disposti da un’azienda amica di chi possiede il centro commerciale, toccando con una mano il bordo della siepe potata da giardinieri salariati alle dipendenze di un’azienda amica di chi possiede il centro commerciale. Passa il tram, acquistato per la collettività da un’azienda costruttrice privata, amica di chi possiede il centro commerciale, guidato da un conducente stipendiato da un qualche amico di chi possiede il centro commerciale. Io passeggio, ma sento l’impulso di partecipare a quest’opera teatrale: un piede per rotaia, mi chino calandomi le braghe e lascio uno stronzo al centro dei binari. Anch’io sono amico del centro commerciale, e grazie per la musica jazz.
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