Pseudofemminismo dell’otto marzo
Oggi è la Giornata Internazionale della Donna, meglio conosciuta come Festa della Donna.
Ed è dunque per restare in tema che vi propongo alcune mie considerazioni su recenti dichiarazioni; se, come al solito, vi aspettate che parli del famigerato puttaniere fascista, vi starete sbagliando ancora una volta. Infatti, voglio parlare di una dichiarazione di ieri rilasciata da Umberto Veronesi, l’oncologo complottista a favore del nucleare e degli inceneritori come fonti di energia.
Secondo Veronesi, «è inevitabile che le donne prenderanno in mano tutti gli affari del mondo nei prossimi 20-30 anni, ma gli uomini devono ancora capirlo». Da cosa è motivata questa insolita dichiarazione? La risposta risiede in una sfilza di luoghi comuni e dati alla rinfusa: hanno «potenza, equilibrio e fantasia»; sono «più istruite degli uomini», considerando che «le laureate sono più dei laureati»; vantano «un sistema immunitario migliore, si lamentano meno» e, soprattutto, la loro missione è scritta nel DNA: «difendere la pace e garantire la prosecuzione della specie»; per questo «il loro destino è dominare il pianeta».
Insomma, tutto questo ha un’aria da best-seller fantascientifico. Sarebbe interessante capire come, partendo da questi dati, si possa giungere ad affermare, anzi ad annunciare, che entro due decenni le donne controlleranno l’economia, la politica o comunque qualcosa del mondo. Perdipiù parlandone in questi termini, come se “le donne” fossero una specie di setta o di loggia massonica.
Il significato di queste frasi è da inquadrare nel contesto della giornata odierna: alla vigilia dell’8 marzo, si sottolinea ancora una volta la straordinaria potenza del gentil sesso. Infatti, puntualmente, a conferma la FAO presenta un rapporto dal messaggio inequivocabile: «una maggiore eguaglianza di opportunità e mezzi per donne contadine di tutto il mondo potrebbe essere l’arma cruciale per vincere la lotta alla fame» commenta Jacques Diouf, Direttore Generale.
Dal rapporto emerge che se le donne delle zone rurali avessero le stesse opportunità degli uomini in termini di accesso alla terra, alla tecnologia, ai servizi finanziari, alla scolarizzazione ed ai mercati, la produzione agricola potrebbe aumentare ed il numero delle persone che soffrono la fame potrebbe ridursi di 100-150 milioni.
Per chiunque sappia interpretare un rapporto statistico, sarà chiaro che è sbagliato sbandierare sui giornali elogi delle donne coltivatrici come se l’eventuale aumento di produzione fosse dovuto al sesso di chi coltiva piuttosto che «all’accesso alla terra, alla tecnologia, ai servizi finanziari, alla scolarizzazione ed ai mercati», com’è scritto proprio sul rapporto.
Praticamente, invece, si è preferito costruire lo scoop, il sensazionale, lo spettacolare, con dichiarazioni che forzatamente usano i dati come mezzo per dare un po’ di speranza alle donne oggi maltrattate e sfruttate e un po’ di sollievo a chi le maltratta e le sfrutta, che potrà continuare a comportarsi come ha sempre fatto, dopo aver dato un contentino al popolino incredulo il giorno dell’8 marzo, un giorno che non dovrebbe avere nulla di diverso da qualsiasi altro giorno del calendario.
Rendiamo onore, piuttosto, ad una donna particolare, che contro questo modo di pensare, ingannevole e dannoso, combatté per tutta la vita e che per questo fu uccisa, proprio giorno 8 marzo dell’anno 415: Ipazia d’Alessandria, martire della ragione.
Andate in pace, e che tutti i giorni siano della Donna e dell’Uomo.
Short Link:
Questi festeggiamenti di 24 ore mi stanno particolarmente sulle palle, tipo sanvalentino, festa del papà o della mamma, giornata della donna ecc.
I valori importanti e fondanti di un modo di essere e di pensare si coltivano e praticano tutto l’anno e non ipocritamente 24 ore, quindi vaffanculo l’ottomarzo!
Io per festeggiare mi sono comportata da uomo per tutto il giorno, ma nessuno ha notato differenza…
Concordo.
Al di là comunque di quanto si possa dire circa l’origine storica di questa festa, ti invitiamo se vuoi a ricambiare la visita nel nostro blog dove per l’occasione si parla di un chimico, un malato di cuore, un ottico, un gigolò, dio, un serpente e un ermafrodita.Non è una barzelletta. è il nuovo post di Vongole & Merluzzi. Sull’ 8 marzo. Buona lettura.
http://vongolemerluzzi.wordpress.com/2011/03/08/laltra-faccia-della-mela/
Sei/siete troppo forte/i, sia le Vongole che i Merluzzi, timone fermo e avanti tutta!
bravi e originali; penso che è proprio vero che l’oggetto di studio dell’uomo è la donna, perchè lo studio discende dall’attrazione. Anche sul piano etimologico, “studeo” in latino era “desiderare”. I poeti hanno sempre capito prima irrazionalmente ciò che la scienza avrebbe dimostrato dopo. razionalmente
Trovo una classifica significativa
Basterebbe sperare in un fututo, anche fra 20 anni, in cui la differenza fra uomo e donna siano atteggiamenti e caratteristiche tipiche del nostro essere ‘umani’ e non discriminazioni perpetrate in base al sesso. Cristina