La violenza di oggi a Roma

Oggi si è svolta una manifestazione a Roma, indetta da «movimenti sociali, anticapitalist* e sindacati conflittuali», all’insegna delle parole d’ordine «assediamo il governo Renzi» e «casa, reddito e dignità per tutt*» (qui il manifesto). Temi principali (e conseguente presenza in prima linea alla testa del corteo): diritto alla casa e opposizione al “jobs act” di Renzi.

Verso le 17:15 il corteo si è trovato la via sbarrata da un imponente dispiegamento di forze dell’ordine, nei pressi del ministero dello Sviluppo Economico che le strutture organizzatrici avevano annunciato di voler “assediare”. Prima osservazione: bloccare un corteo di decine di migliaia di persone significa cercare lo scontro. La reazione dei manifestanti è stata una situazione di stallo durata circa un quarto d’ora e conclusasi con il lancio di arance, pomodori e altri ortaggi, che la diretta di RaiNews24 si è prontamente affrettata a definire «oggetti» senza premurarsi di specificare se ciò che i manifestanti stavano lanciando non fossero effettivamente pietre. Al lancio di arance segue qualche scoppio. Agli scoppi segue una violentissima e sproporzionatissima risposta della polizia, che carica per centinaia di metri i manifestanti, accanendosi su chi resta indietro e infierendo su chi è rimasto ferito. Minacciando, costruendo la paura.

Qualcuno chiede se non “se la sono cercata”, in un certo senso, lanciando quelle arance. Se è giusto tirare arance, se non è forse già violenza. A questi che mentre ci sono persone col cranio aperto dai manganelli fanno speculazioni filosofiche e morali su quanto sia giusto tirare arance bisognerebbe ricordare cos’è la violenza.

Ecco il riassunto degli scontri di oggi a Roma: da una parte arance e dall’altra manganelli, lacrimogeni, idranti e camionette.

Ditemi che differenza c’è tra questo e la Turchia di Erdogan.