Che avevo detto?
Formato il gruppo EDF nel Parlamento europeo, Grillo esulta: «è una grande vittoria per la democrazia diretta».
Come sottolinea la deputata pentastellata Laura Castelli, «la rete è sovrana». Poco importa cosa la rete decide (e in che condizioni).
In questo caso ha deciso, dopo un bombardamento mediatico incrociato da un lato da parte di giornali e politici contro il M5S che hanno sapientemente saputo alimentare la sindrome da accerchiamento (perché in fondo, per stabilizzare ulteriormente l’attuale situazione politica cementando lo scarto del 20% tra PD e M5S, non si aspettava altro che la vittoria di Farage al referendum tra gli iscritti al M5S, offerta a Renzi su un piatto d’argento), dall’altro lato da parte di Grillo che non ha fatto altro che favorire una delle tre opzioni (di cui infatti solo una era nota da tempo) ricordandoci, per contrasto, l’importanza del silenzio pre-elettorale, l’adesione dei 17 deputati M5S nel gruppo EDF.
Il M5S si troverà dunque a condividere i seggi con: UKIP (partito indiscutibilmente xenofobo e ultraliberista britannico), Ordine e Giustizia (partito nazionalista lituano decantato come modello da Anders Breivik, sì, ve lo ricordate il terrorista nero?), Partito dei Liberi Cittadini (partito ceco a favore del libero mercato assoluto, seguaci della dottrina di ultraliberista di Hayek, per la riduzione della redistribuzione della ricchezza), Democratici Svedesi (partito che affonda le sue radici nella destra radicale svedese, nato in funziona anti-immigrazione, e in difesa «dei valori cristiani e della famiglia»), oltre che una lettone e una francese fuoriuscita dal fascista Front National.
Insomma, il M5S si circonda di un’ottima compagnia. Una scelta indiscutibile, perché l’ha deciso la maggioranza. Del resto, cosa si scriveva qui già due anni fa e un anno e mezzo fa, tra le righe degli articoli o nelle lunghe discussioni coi grillini nate in calce degli stessi articoli?
La maggioranza esaltata a prescindere da cosa esalta la maggioranza.
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